Compagnia Teatrale Babbaluck

Vico Scassacocchi 2012

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Vesuvioteatro
presenta
Monsieur BABBALUCK in
Vico Scassacocchi 2012
di e con Sergio Longobardi


Regia
  Sergio Longobardi


con
Sergio Longobardi
Fabio Palmieri

Video e Musiche
  Luca Acito
Drammaturgia
  Claudio Grimaldi
Costumi
  Daniela Salernitano
Scene e Luci
  Fabio Palmieri
     
Grafica
  Gigi Antani
Tecnico Luci
  Rosario Dalise
Segretaria di produzione
  Luciana Nalar
Comunicazione
  Francesca Liguoro
Organizzazione generale
  Dora De Martino
Giuseppe Liguoro
     
si ringrazia
Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, Cinefabrica, Mimmo, Gigi e Alessia, Edoardo, Alessandra, Susanna e Giorgia, Beatrice, Obiettivo, Nane, Mefi e tutte le altre...

 

Nella vita mi capita di vivere e sentirmi come dentro a una farsa. Comica e amara al tempo stesso.
Ho iniziato da un paio di anni a lavorare a una possibile trilogia sul mito del Faust… Volevo che il primo tassello di questa trilogia illuminasse la tragica comicità di questo mito come dell’uomo… Tra le mani avevo tra gli altri il Don Faust di Petito… Ho udito così le voci più intime della mia vita da anima-le teatrante, quelle più oscure come la lamentela sulla eterna povertà, la poca simpatia per la globale mondanità teatrante, il teatro che detesto vedere.
Mi sono chiesto cos’è il successo per me… cos’è invece la percezione del successo che vige intorno a me.
E’ nata così questa funambolica scrittura scenica farsesca, primo passo di un lungo percorso sul mito faustiano. Petito è stato un trampolino, un gigante dalle cui spalle mi sono affacciato per vedere più lontano, da nano…
Abbiamo ragionato sull’illusione, sul farsi un film, sulla possibilità di farsi da solo il proprio film.
Sono usciti dalla mie vecchie valige impolverate tutti i miei personaggi di repertorio, da strada e non… Ecco Fuffi la sgualdrina bionda che diventa Margherita, ecco l’uomo primitivo che si fa grattare, i fumetti per comunicare. Ecco Zenone Faust, già mago e uomo di scienza ora teatrante in crisi col teatro e quindi con la vita.
Ho trasformato la mia oscurità in un gioco farsesco amaramente comico, come la vita. Mi sono fatto un film, da solo….
Sì questo è proprio un lavoro sulla trasformazione.

Buona visione
Sergio Longobardi

foto gallery

Rassegna Stampa (estratti)

Se la vita diventa aspirazione alla soap, se ci si vende l’anima per avere successo, se il gioco di un attore diventa compromesso e dissennatezza di sogni. Alla Sala Assoli del Teatro Nuovo, Sergio Longobardi si trasforma in clown per funamboliche invenzioni esibite con spudorata allegria, per buffonerie messe insieme inseguendo le sue sintassi bizzarre, in percorsi ispirati al gran mito di Faust. Così “Vico Scaccacocchi 2012” sventa compendio d’inconsueta poetica condivisa con le irruzioni di Fabio Palmieri e i video e le musiche di Luca Acito. Sussulti logici e invenzioni piene di ironia, aritmie del racconto. Chi vuole mettere insieme il puzzle di citazioni e frenetiche invenzioni, stracci e frammenti, rumori, suoni e visioni che fanno del protagonista Zenone un Faust del nostro tempo tragicomicamente ridicolo, teneramente sconfitto. E’ la cifra di Monieur Babbaluck che compone il suo gioco imperfetto e colorato. Per un pubblico di affezionati, e divertiti, spettatori.

Giulio Baffi, La Repubblica


Ha due volti questo fantasmagorico “Vico Scassacocchi 2012”, quello circense e un po’ di strada della prima parte, in cui il fondatore del gruppo Babbaluck, Sergio Longobardi, gioca a trasformarsi come un pagliaccio alle prese con gli oggetti di una valigia aperta; e quello più narrativamente surreale, in cui lo stesso protagonista, assistito da un adrenalinico Fabio Palmieri, si trasforma in Zenone-Faust, un italiano medio alle prese con i miti del tempo presente. Conquistati grazie all’artificio demoniaco dell’anima venduta e testimoniato da un’esilarante carrellata di fotomontaggi che vedono l’attore protagonista degli incontri più in e glamour con i vip della cronaca rosa.

Stefano De Stefano, Il Corriere del Mezzogiorno


Faust si fa napoletano. Abita al Vico Scassacocchi e si chiama Zenone, come l’antico filosofo di Elea. Ma è solo un povero attore che, prostrato dal proprio fallimento pensa al suicidio. Tenta, però un’ultima chance: invoca un patto col diavolo per riscattare il suo mestiere. E’ il nuovo spettacolo di Sergio Longobardik, che Vesuvioteatro presenta nella Sala Assoli del Teatro Nuovo, con il titolo “Vico Scassacocchi 2012”, stranulata escursione tra le follie mediatiche del nostro tempo.
Longobardi, proveniente da esperienze di teatro di strada e fondatore della compagnia Babbaluck, prende spunto da una vecchia pellicola in cui Peter Sellers era un ometto che per equivoco diventava una celebrità. Non è da meno il nostro Zenone partenopeo che, venduta l’anima al demonio, parte alla conquista del mondo. Ma quale successo lo attende? Quello effimero del jet set e della TV.
Il suo nome balza sulle copertine dei rotocalchi-gossip, tra Cucuzza e Lapo Elkann; il suo volto si innesta in sequenze taroccate di “Un posto al sole” e “L’isola dei famosi”. Tra sesso estremo e amore molesto, il novello Faust cerca la sua Margherita, ma la Fuffi oggetto del suo desiderio è solo una sgualdrina con un fratello camorrista. Al disilluso Zenone non resta che ritornare ai suoi stracci… Dimensionato sulla cifra di teatro povero, Longobardi si muove come un freak in mutande, clown di strada per una poetica del trash, con Fabio Palmieri, il demone tentatore, anch’esso un povero diavolo. Squinternato gioco di gag e travestimenti.

Franco De Ciuceis, Il Mattino


Un personaggio in crisi col teatro e con la vita e il suo fedele incontro col Demonio, con il quale in un vortice di avventure e malefatte consuma la propria integrità. In scena l’artista veste i panni di uno scalcinato troglodita che comunica con il pubblico con l’aiuto dei fumetti, poi la seducente bionda Fuffi, e dà poi vita ad una colorata galleria di personaggi provenienti dalla lunga e fruttuosa esperienza di teatro di strada di Longobardi.
Il mondo incantato che agita la mente dell’artista prende forma sulle assi del palcoscenico, e così viene fuori il tessuto per una pièce onirica, folle, leggera, che ha per protagonista Zenone, un italiano in crisi che, stanco della sua vita, decide di farla finita: ma prima di compiere l’estremo atto che lo condurrà alla morte stringe un oscuro patto col Diavolo.
E comincia così un clownesco percorso di perdizione tra politica, belle donne, gossip, seguendo il filo farsesco della scrittura ad opera di Claudio Grimaldi. Un tuffo negli apetti più divertenti del jet set nostrano, a mostrare la dissipazione di temi e valori nel grande pastiche del nostro tempo. Fonte di ispirazione per Longobardi è stato il faust di Petito. Completamente rivisitato nella scrittura di Grimaldi, ma anche il capitano Achab di Moby Dick, Totò, Peter Sellers. Fabio Calmieri dà vita ad un diavolo ad effetti speciali, insidioso Mangiafuoco in giacca in giacca di pelle e frusta sferzata selvaggiamente sul palco; mentre protagonista d’eccezione è ancora una volta Sergio Longobardi con il suo sguardo fatato sulle cose del mondo, e la sua presenza sulla scena sempre lieve e pregna di un dolce velo di malinconia.

Nunzia Abet, Il Roma

 

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